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  • Immagine del redattoreSimona Di Lucia

Attacco terroristico all’Europa nell’era del Covid-19


Il terrorismo è definito come una «concezione e pratica di lotta politica e militare che fa uso della violenza (sotto forma di omicidi, attentati, rapimenti, ecc.) per sconvolgere gli assetti politici e istituzionali esistenti o compiere atti di guerra»[1].

Dall’11 settembre 2001 ad oggi, si sono susseguiti una serie di attentati nel mondo occidentale, che risultano diversificati nelle strategie e nelle modalità applicative: gli attentatori delle Twin Towers di New York erano dei jihadisti addestrati, equipaggiati e finanziati da Osama bin Laden, il leader di Al Qaeda. Successivamente, dal 2006 in poi, le strategie di attacco sono mutate: vi è stato l’avvento dei cosiddetti “lupi solitari”, ossia di attentatori che hanno compiuto attacchi terroristici in modo individuale. I “lupi solitari” possono annidarsi nelle nostre città, nelle nostre strade, nelle stazioni e negli aeroporti, nei centri commerciali, nei locali della movida e possono colpire in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.

Dalle stragi di Charlie Hebdo, avvenute in Francia nel 2015, sembra che vi siano stati ulteriori cambiamenti nelle modalità di reclutamento degli stragisti: gli ultimi attentati compiuti dai terroristi islamici, probabilmente, non hanno la loro matrice in macro-gruppi radicalizzati, così come poteva essere Al Qaeda, ma gli attentatori, si insinuano, molto spesso, nella massa dei migranti che attraversano il Mediterraneo, per giungere in Europa e vengono reclutati, nella maggior parte dei casi, attraverso la “rete”.

In questo 2020, caratterizzato dall’avvento del Covid-19, alcune nazioni europee hanno applicato il lockdown ed in questo quadro di incertezze e di angosce, i terroristi ed estremisti islamici hanno avuto gioco facile, pianificando e compiendo i loro attacchi in modo indisturbato. In questo scenario, vi è la possibilità che molti giovani si avvicinino alla “rete jihadista” per pianificare nuove stragi.

A Vienna, nel cuore antico dell’Europa, nella serata del 2 novembre 2020 – così come nella città storica di Nizza, alcuni giorni fa –, si sono consumati degli attacchi terroristici, ad opera di un commando in azione in sei differenti punti nel centro della capitale austriaca. Il modus operandi è stato coordinato da diverse menti: gli attentatori hanno sparato, senz’avere un obiettivo fisso, all’interno di alcuni locali, iniziando ad aprire il fuoco dapprima nel giardino di un bar e successivamente in un pub, adiacente alla sinagoga di Vienna.

Il centro cittadino, a quell’ora era affollatissimo, perché alcune persone volevano godersi gli ultimi scampoli di libertà, prima dell’applicazione delle misure inerenti al nuovo lockdown.

Uno degli attentatori si sarebbe immolato, facendosi saltare in aria con una cintura esplosiva; gli altri membri del commando risultano tutt’ora in fuga.

Nell’attentato di questa sera, a Vienna, sono morte diverse persone e il numero dei feriti si attesta intorno alle 15 unità.

Il disprezzo della vita altrui, unito ad una violenza gratuita ed assurda, da parte di questi terroristi, rendono l’Europa più vulnerabile che mai: il Vecchio Continente, già tormentato dall’incubo del coronavirus, viene sottoposto ad una serie di nuove sollecitazioni, che finiscono per alimentare paure e inquietudini nei cittadini dell’Unione Europea.

La crisi economica, la disoccupazione, gli scioperi, la pandemia, il terrorismo e le masse di migranti che bussano alle porte dell’Europa, pongono sul tappeto tutta una serie problematiche, che i governi dovranno affrontare e che porteranno gli Stati ad attuare politiche sempre più stringenti nei campi dell’ordine, della sicurezza e della giustizia, col rischio di comprimere le libertà civili e democratiche che rappresentano il fondamento della convivenza tra i popoli europei.

[1] M. Cannella, B. Lazzarini (a cura di), Lo Zingarelli 2020. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, Zanichelli, Bologna 2020, p. 2409.

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